

In data 17/05/2018 si è svolto il workshop da noi organizzato dal titolo: fare impresa negli USA, cosa cambia con la Riforma Fiscale? Sono intervenuti il dott. Marco Giuliani e il dott. Guido Pignanelli per MGP Studio Tributario e Societario, il dott. Stefano Schmalzbauer e il dott. Chris Stuart per EKS&H, l’Avv. Riccardo Cajola per lo Studio Cajola & Associati, il dott. Gian Marco Salcioli per Banca IMI. Il dato rilevante emerso dai lavori del convegno è che le modifiche introdotte dall’Amministrazione Trump non appaiono così dirompenti o destabilizzanti come molti organi di stampa hanno voluto enfatizzare. Certo, la riduzione dell’aliquota dell’imposta federale è notevolissima (14 punti percentuali) dal 35 al 21%, ma se guardiamo a quella media vigente nei Paesi UE (25% circa) constatiamo che essa alfine è abbastanza in linea con tale media; inoltre se guardiamo con maggiore attenzione alla maggior parte dei provvedimenti della Riforma, notiamo che ci sono moltissime analogie con i sistemi di tassazione in vigore nei più avanzati stati dell’Unione Europea. Al punto da farci dire con tranquillità che con questa riforma gli USA intendono fare “concorrenza” all’Europa anche in campo fiscale, attraendo nuovi investimenti dall’ estero in perfetta aderenza e valorizzazione del “motto ” America first. Gli USA non mettevano mano al sistema fiscale in un’ottica internazionale da circa 80 anni con il risultato che le società multinazionali non rimpatriavano mai gli enormi utili accumulati all’ estero ed anzi, pur di crescere dimensionalmente per acquisizioni arrivavano a strutturare acquisizioni ad esito delle quali il domicilio fiscale della Corporation USA veniva trasferito nella UE o all’ estero.